5 maggio 2017 - In viaggio verso il Centenario di Fatima
SE IL PADRE MUOVERA' LEGGERMENTE IL SUO DITO, GLI UOMINI SI PIEGHERANNO
Movimento Mariano Betania
“La Mamma conosce tutti i segreti. Il Padre non tiene niente nascosto alla Mamma. Com’è fedele e perfetta questa Famiglia!... Padre, Dio Padre, Mamma, Figlio. Vorrei mostrarvi ancora più visibile! Avreste a godervi la perfetta gloria anche in questo mondo, ma non è bene, bisogna lasciarvi così, bisogna farvi conoscere quanto il vostro umano può sostenere. [n.d.r. infatti un altro messaggio del 25 dicembre 1991 dice che questo carisma di Betania è il massimo che si possa portare in terra per portarci la pienezza della verità].
Figli miei, siate contenti, contenti.
Christus vincit! Mai paura. Se il Padre muoverà leggermente il suo dito, gli uomini si piegheranno. È tanto necessaria la mia preghiera unita alla vostra. Christus vincit!”
(Dal messaggio di Maria Santissima, 16 marzo 1977, con approvazione ecclesiastica).
Questo brano finale di messaggio necessita di una speciale spiegazione. La Mamma Celeste ripete per ben due volte "Christus vincit", si raccomanda di non avere paura e dice che se il Padre muoverà leggermente il suo dito gli uomini si piegheranno. Cosa significa per il Padre muovere leggermente il suo dito? Cosa può accadere se l'Onnipotente, il Creatore del cieolo e della terra, il Dio Eterno ed Immenso muova anche solo leggermente il suo dito? Facciamoci aiutare dalle Sacre Scritture e leggiamo i primi capitoli del profeta Isaia, dove si narra di quando è rimasta sola la Figlia di Sion, la nostra Mamma Celeste, sola come una capanna in una vigna, con al seguito un piccolo resto, un piccolo numero, piccolo numero... di figli a lei fedeli:
Isaia 1,2-31
“Udite, cieli; ascolta, terra, perché il Signore dice: «Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di me. Il bue conosce il proprietario e l'asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende».
[n.d.r. nella Nuova Gerusalemme, cioè Roma, cuore della Cristianità, Israele è il popolo dei Cristiani Cattolici].
Guai, gente peccatrice, popolo carico di iniquità! Razza di scellerati, figli corrotti!
Hanno abbandonato il Signore, hanno disprezzato il Santo di Israele, si sono voltati indietro; perché volete ancora essere colpiti, accumulando ribellioni?
La testa è tutta malata, tutto il cuore langue. Dalla pianta dei piedi alla testa non c'è in esso una parte illesa, ma ferite e lividure e piaghe aperte, che non sono state ripulite, né fasciate, né curate con olio. Il vostro paese è devastato, le vostre città arse dal fuoco. La vostra campagna, sotto i vostri occhi, la divorano gli stranieri; è una desolazione come Sòdoma distrutta.
È rimasta sola la figlia di Sion come una capanna in una vigna, come un casotto in un campo di cocomeri, come una città assediata. Se il Signore degli eserciti non ci avesse lasciato un resto, già saremmo come Sòdoma, simili a Gomorra.
Udite la parola del Signore, voi capi di Sòdoma; ascoltate la dottrina del nostro Dio, popolo di Gomorra! «Che m'importa dei vostri sacrifici senza numero?» dice il Signore.
«Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di giovenchi; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. Quando venite a presentarvi a me, chi richiede da voi che veniate a calpestare i miei atri?
Smettete di presentare offerte inutili, l'incenso è un abominio per me; noviluni, sabati, assemblee sacre, non posso sopportare delitto e solennità. I vostri noviluni e le vostre feste io detesto, sono per me un peso; sono stanco di sopportarli.
Quando stendete le mani, io allontano gli occhi da voi. Anche se moltiplicate le preghiere, io non ascolto. Le vostre mani grondano sangue.
Lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista. Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova».
«Su, venite e discutiamo» dice il Signore. «Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana.
Se sarete docili e ascolterete, mangerete i frutti della terra. Ma se vi ostinate e vi ribellate, sarete divorati dalla spada, perché la bocca del Signore ha parlato».
[n.d.r. Queste ultime parole di Isaia ricordano molto le parole del Messaggio di Fatima: “se faranno quel che vi dirò (cioè se ascolterete e sarete docili) molte anime si salveranno ed avranno pace (mangerete i frutti della terra), ma se non smetteranno di offerndere Dio, (se vi ostinate e di ribellate alla bocca del Signore che ha parlato, cioè se non farete quel che Dio dice nelle Rivelazioni Private tramite i profeti del Nuovo Testamento come Suor Lucia) allora comincerà una guerra ancora peggiore (sarete divorati dalla spada)”.
E nel terzo segreto di Fatima si parla proprio di una spada, una spada di fuoco: “Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo (cioè essere come Sòdoma, simili a Gomorra); ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora gli emanava incontro dalla sua mano destra” ].
Come mai è diventata una prostituta la città fedele?
Era piena di rettitudine, la giustizia vi dimorava; ora invece è piena di assassini! Il tuo argento è diventato scoria, il tuo vino migliore è diluito con acqua. I tuoi capi sono ribelli e complici di ladri; tutti sono bramosi di regali, ricercano mance, non rendono giustizia all'orfano e la causa della vedova fino a loro non giunge.
Perciò, oracolo del Signore, Dio degli eserciti, il Potente di Israele:
«Ah, esigerò soddisfazioni dai miei avversari, mi vendicherò dei miei nemici. Stenderò la mano su di te, purificherò nel crogiuolo le tue scorie, eliminerò da te tutto il piombo. Renderò i tuoi giudici come una volta, i tuoi consiglieri come al principio. Dopo, sarai chiamata città della giustizia, città fedele».
Sion sarà riscattata con la giustizia, i suoi convertiti con la rettitudine. Tutti insieme finiranno in rovina ribelli e peccatori e periranno quanti hanno abbandonato il Signore. Vi vergognerete delle querce di cui vi siete compiaciuti, arrossirete dei giardini che vi siete scelti, poiché sarete come quercia dalle foglie avvizzite e come giardino senza acqua. Il forte diverrà come stoppa, la sua opera come scintilla; bruceranno tutte e due insieme e nessuno le spegnerà”.
Isaia 2,2-22
“Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà eretto sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri».
Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli.
Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra.
Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore.
Tu hai rigettato il tuo popolo, la casa di Giacobbe, perché rigurgitano di maghi orientali e di indovini come i Filistei; agli stranieri battono le mani.
Il suo paese è pieno di argento e di oro, senza fine sono i suoi tesori; il suo paese è pieno di cavalli, senza numero sono i suoi carri. Il suo paese è pieno di idoli; adorano l'opera delle proprie mani, ciò che hanno fatto le loro dita.
Perciò l'uomo sarà umiliato, il mortale sarà abbassato; tu non perdonare loro. [n.d.r. gli uomini si piegheranno]
Entra fra le rocce, nasconditi nella polvere, di fronte al terrore che desta il Signore, allo splendore della sua maestà, quando si alzerà a scuotere la terra.
L'uomo abbasserà gli occhi orgogliosi, l'alterigia umana si piegherà; sarà esaltato il Signore, lui solo in quel giorno. [n.d.r. gli uomini si piegheranno].
Poiché ci sarà un giorno del Signore degli eserciti contro ogni superbo e altero, contro chiunque si innalza ad abbatterlo; contro tutti i cedri del Libano alti ed elevati, contro tutte le querce del Basan, contro tutti gli alti monti, contro tutti i colli elevati, contro ogni torre eccelsa, contro ogni muro inaccessibile, contro tutte le navi di Tarsis e contro tutte le imbarcazioni di lusso.
Sarà piegato l'orgoglio degli uomini [n.d.r. gli uomini si piegheranno], sarà abbassata l'alterigia umana [n.d.r. gli uomini si piegheranno]; sarà esaltato il Signore, lui solo in quel giorno e gli idoli spariranno del tutto. Rifugiatevi nelle caverne delle rocce e negli antri sotterranei, di fronte al terrore che desta il Signore e allo splendore della sua maestà, quando si alzerà a scuotere la terra.
In quel giorno ognuno getterà gli idoli d'argento e gli idoli d'oro, che si era fatto per adorarli, ai topi e ai pipistrelli, per entrare nei crepacci delle rocce e nelle spaccature delle rupi, di fronte al terrore che desta il Signore e allo splendore della sua maestà, quando si alzerà a scuotere la terra.
Guardatevi dunque dall'uomo, nelle cui narici non v'è che un soffio, perché in quale conto si può tenere?”
Isaia 3,1-26
“Ecco infatti, il Signore, Dio degli eserciti, toglie a Gerusalemme e a Giuda ogni genere di sostegno, ogni riserva di pane e ogni sostentamento d'acqua, il prode e il guerriero, il giudice e il profeta, l'indovino e l'anziano, il capo di una cinquantina e il notabile, il consigliere e il mago sapiente e l'esperto di incantesimi.
Io metterò come loro capi ragazzi, monelli li domineranno.
Il popolo userà violenza: l'uno contro l'altro, individuo contro individuo; il giovane tratterà con arroganza l'anziano, lo spregevole, il nobile. Poiché uno afferra l'altro nella casa del padre: «Tu hai un mantello: sii nostro capo; prendi in mano questa rovina!». Ma quegli si alzerà in quel giorno per dire: «Non sono un medico; nella mia casa non c'è pane né mantello; non mi ponete a capo del popolo!».
Certo, Gerusalemme va in rovina e Giuda crolla, perché la loro lingua e le loro opere sono contro il Signore, fino ad offendere la vista della sua maestà divina.
La loro parzialità verso le persone li condanna ed essi ostentano il peccato come Sòdoma: non lo nascondono neppure; disgraziati! Si preparano il male da se stessi.
Beato il giusto, perché egli avrà bene, mangerà il frutto delle sue opere.
Guai all'empio! Lo colpirà la sventura, secondo i misfatti delle sue mani avrà la mercede.
Il mio popolo! Un fanciullo lo tiranneggia e le donne lo dominano. Popolo mio, le tue guide ti traviano, distruggono la strada che tu percorri.
Il Signore appare per muovere causa, egli si presenta per giudicare il suo popolo.
Il Signore inizia il giudizio con gli anziani e i capi del suo popolo:
«Voi avete devastato la vigna; le cose tolte ai poveri sono nelle vostre case. Qual diritto avete di opprimere il mio popolo, di pestare la faccia ai poveri?».
Oracolo del Signore, Signore degli eserciti. Dice il Signore:
«Poiché si sono insuperbite le figlie di Sion e procedono a collo teso, ammiccando con gli occhi, e camminano a piccoli passi facendo tintinnare gli anelli ai piedi, perciò il Signore renderà tignoso
il cranio delle figlie di Sion, il Signore denuderà le loro tempie».
In quel giorno il Signore toglierà l'ornamento di fibbie, fermagli e lunette, orecchini, braccialetti, veli, bende, catenine ai piedi, cinture, boccette di profumi, amuleti, anelli, pendenti al naso, vesti preziose e mantelline, scialli, borsette, specchi, tuniche, cappelli e vestaglie.
Invece di profumo ci sarà marciume, invece di cintura una corda, invece di ricci calvizie, invece di vesti eleganti uno stretto sacco, invece di bellezza bruciatura.
«I tuoi prodi cadranno di spada, i tuoi guerrieri in battaglia».
Si alzeranno lamenti e gemiti alle tue porte e tu, disabitata, giacerai a terra. [...]
Isaia 5,1-30
Canterò per il mio diletto il mio cantico d'amore per la sua vigna.
Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle.
Egli l'aveva vangata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato scelte viti; vi aveva costruito in mezzo una torre e scavato anche un tino.
Egli aspettò che producesse uva, ma essa fece uva selvatica.
Or dunque, abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, siate voi giudici fra me e la mia vigna.
Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto?
Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha fatto uva selvatica?
Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna:
[n.d.r. Affinché non si abbia a dire che non ho detto prima di aver fatto, MMB dal messaggio del 25/11/1974, Vol. ai Vescovi n.23, con approvazione ecclesiastica].
toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata.
La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia. Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa di Israele; gli abitanti di Giuda la sua piantagione preferita.
Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi.
Guai a voi, che aggiungete casa a casa e unite campo a campo, finché non vi sia più spazio, e così restate soli ad abitare nel paese.
Ho udito con gli orecchi il Signore degli eserciti:
«Certo, molti palazzi diventeranno una desolazione, grandi e belli saranno senza abitanti».
Poiché dieci iugeri di vigna produrranno solo un bat e un comer di seme produrrà un'efa.
Guai a coloro che si alzano presto al mattino e vanno in cerca di bevande inebrianti e si attardano alla sera accesi in volto dal vino. Ci sono cetre e arpe, timpani e flauti e vino per i loro banchetti; ma non badano all'azione del Signore, non vedono l'opera delle sue mani.
Perciò il mio popolo sarà deportato senza che neppure lo sospetti.
I suoi grandi periranno di fame, il suo popolo sarà arso dalla sete. Pertanto gli inferi dilatano le fauci, spalancano senza misura la bocca. Vi precipitano dentro la nobiltà e il popolo, il frastuono e la gioia della città.
L'uomo sarà umiliato, il mortale sarà abbassato, gli occhi dei superbi si abbasseranno. [n.d.r. gli uomini si piegheranno].
Sarà esaltato il Signore degli eserciti nel giudizio e il Dio santo si mostrerà santo nella giustizia. Allora vi pascoleranno gli agnelli come nei loro prati, sulle rovine brucheranno i capretti. Guai a coloro che si tirano addosso il castigo con corde da buoi e il peccato con funi da carro, che dicono: «Faccia presto, acceleri pure l'opera sua, perché la vediamo; si facciano più vicini e si compiano i progetti del Santo di Israele, perché li conosciamo».
Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro.
Guai a coloro che si credono sapienti e si reputano intelligenti.
Guai a coloro che sono gagliardi nel bere vino, valorosi nel mescere bevande inebrianti, a coloro che assolvono per regali un colpevole e privano del suo diritto l'innocente.
Perciò, come una lingua di fuoco divora la stoppia e una fiamma consuma la paglia, così le loro radici diventeranno un marciume e la loro fioritura volerà via come polvere, perché hanno rigettato la legge del Signore degli eserciti, hanno disprezzato la parola del Santo di Israele.
Per questo è divampato lo sdegno del Signore contro il suo popolo, su di esso ha steso la sua mano per colpire; hanno tremato i monti, i loro cadaveri erano come lordura in mezzo alle strade.
Con tutto ciò non si calma la sua ira e la sua mano resta ancora tesa.
Egli alzerà un segnale a un popolo lontano e gli farà un fischio all'estremità della terra; ed ecco verrà veloce e leggero.
Nessuno fra essi è stanco o inciampa, nessuno sonnecchia o dorme, non si scioglie la cintura dei suoi fianchi e non si slaccia il legaccio dei suoi sandali.
Le sue frecce sono acuminate, e ben tesi tutti i suoi archi; gli zoccoli dei suoi cavalli sono come pietre e le ruote dei suoi carri come un turbine. Il suo ruggito è come quello di una leonessa, ruggisce come un leoncello; freme e afferra la preda, la pone al sicuro, nessuno gliela strappa.
Fremerà su di lui in quel giorno come freme il mare; si guarderà la terra: ecco, saranno tenebre, angoscia e la luce sarà oscurata dalla caligine”.
[n.d.r. Se il Padre muoverà leggermente il suo dito, gli uomini si piegheranno, MMB 16/3/1977. Dopo questa grande tribolazione, allora assisteremo al trionfo del Cuore Immacolato di Maria].
Isaia 4,2-6
"In quel giorno, il germoglio del Signore crescerà in onore e gloria e il frutto della terra sarà a magnificenza e ornamento per gli scampati di Israele.
Chi sarà rimasto in Sion e chi sarà superstite in Gerusalemme sarà chiamato santo, cioè quanti saranno iscritti per restare in vita in Gerusalemme. Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion e avrà pulito l'interno di Gerusalemme dal sangue che vi è stato versato con lo spirito di giustizia e con lo spirito dello sterminio, allora verrà il Signore su ogni punto del monte Sion e su tutte le sue assemblee come una nube e come fumo di giorno, come bagliore di fuoco e fiamma di notte, perché sopra ogni cosa la gloria del Signore sarà come baldacchino. Una tenda fornirà ombra contro il caldo di giorno e rifugio e riparo contro i temporali e contro la pioggia”.
Figli miei, siate contenti, contenti.
Christus vincit! Mai paura. Se il Padre muoverà leggermente il suo dito, gli uomini si piegheranno. È tanto necessaria la mia preghiera unita alla vostra. Christus vincit!”
(Dal messaggio di Maria Santissima, 16 marzo 1977, con approvazione ecclesiastica).
Questo brano finale di messaggio necessita di una speciale spiegazione. La Mamma Celeste ripete per ben due volte "Christus vincit", si raccomanda di non avere paura e dice che se il Padre muoverà leggermente il suo dito gli uomini si piegheranno. Cosa significa per il Padre muovere leggermente il suo dito? Cosa può accadere se l'Onnipotente, il Creatore del cieolo e della terra, il Dio Eterno ed Immenso muova anche solo leggermente il suo dito? Facciamoci aiutare dalle Sacre Scritture e leggiamo i primi capitoli del profeta Isaia, dove si narra di quando è rimasta sola la Figlia di Sion, la nostra Mamma Celeste, sola come una capanna in una vigna, con al seguito un piccolo resto, un piccolo numero, piccolo numero... di figli a lei fedeli:
Isaia 1,2-31
“Udite, cieli; ascolta, terra, perché il Signore dice: «Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di me. Il bue conosce il proprietario e l'asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende».
[n.d.r. nella Nuova Gerusalemme, cioè Roma, cuore della Cristianità, Israele è il popolo dei Cristiani Cattolici].
Guai, gente peccatrice, popolo carico di iniquità! Razza di scellerati, figli corrotti!
Hanno abbandonato il Signore, hanno disprezzato il Santo di Israele, si sono voltati indietro; perché volete ancora essere colpiti, accumulando ribellioni?
La testa è tutta malata, tutto il cuore langue. Dalla pianta dei piedi alla testa non c'è in esso una parte illesa, ma ferite e lividure e piaghe aperte, che non sono state ripulite, né fasciate, né curate con olio. Il vostro paese è devastato, le vostre città arse dal fuoco. La vostra campagna, sotto i vostri occhi, la divorano gli stranieri; è una desolazione come Sòdoma distrutta.
È rimasta sola la figlia di Sion come una capanna in una vigna, come un casotto in un campo di cocomeri, come una città assediata. Se il Signore degli eserciti non ci avesse lasciato un resto, già saremmo come Sòdoma, simili a Gomorra.
Udite la parola del Signore, voi capi di Sòdoma; ascoltate la dottrina del nostro Dio, popolo di Gomorra! «Che m'importa dei vostri sacrifici senza numero?» dice il Signore.
«Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di giovenchi; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. Quando venite a presentarvi a me, chi richiede da voi che veniate a calpestare i miei atri?
Smettete di presentare offerte inutili, l'incenso è un abominio per me; noviluni, sabati, assemblee sacre, non posso sopportare delitto e solennità. I vostri noviluni e le vostre feste io detesto, sono per me un peso; sono stanco di sopportarli.
Quando stendete le mani, io allontano gli occhi da voi. Anche se moltiplicate le preghiere, io non ascolto. Le vostre mani grondano sangue.
Lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista. Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova».
«Su, venite e discutiamo» dice il Signore. «Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana.
Se sarete docili e ascolterete, mangerete i frutti della terra. Ma se vi ostinate e vi ribellate, sarete divorati dalla spada, perché la bocca del Signore ha parlato».
[n.d.r. Queste ultime parole di Isaia ricordano molto le parole del Messaggio di Fatima: “se faranno quel che vi dirò (cioè se ascolterete e sarete docili) molte anime si salveranno ed avranno pace (mangerete i frutti della terra), ma se non smetteranno di offerndere Dio, (se vi ostinate e di ribellate alla bocca del Signore che ha parlato, cioè se non farete quel che Dio dice nelle Rivelazioni Private tramite i profeti del Nuovo Testamento come Suor Lucia) allora comincerà una guerra ancora peggiore (sarete divorati dalla spada)”.
E nel terzo segreto di Fatima si parla proprio di una spada, una spada di fuoco: “Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo (cioè essere come Sòdoma, simili a Gomorra); ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora gli emanava incontro dalla sua mano destra” ].
Come mai è diventata una prostituta la città fedele?
Era piena di rettitudine, la giustizia vi dimorava; ora invece è piena di assassini! Il tuo argento è diventato scoria, il tuo vino migliore è diluito con acqua. I tuoi capi sono ribelli e complici di ladri; tutti sono bramosi di regali, ricercano mance, non rendono giustizia all'orfano e la causa della vedova fino a loro non giunge.
Perciò, oracolo del Signore, Dio degli eserciti, il Potente di Israele:
«Ah, esigerò soddisfazioni dai miei avversari, mi vendicherò dei miei nemici. Stenderò la mano su di te, purificherò nel crogiuolo le tue scorie, eliminerò da te tutto il piombo. Renderò i tuoi giudici come una volta, i tuoi consiglieri come al principio. Dopo, sarai chiamata città della giustizia, città fedele».
Sion sarà riscattata con la giustizia, i suoi convertiti con la rettitudine. Tutti insieme finiranno in rovina ribelli e peccatori e periranno quanti hanno abbandonato il Signore. Vi vergognerete delle querce di cui vi siete compiaciuti, arrossirete dei giardini che vi siete scelti, poiché sarete come quercia dalle foglie avvizzite e come giardino senza acqua. Il forte diverrà come stoppa, la sua opera come scintilla; bruceranno tutte e due insieme e nessuno le spegnerà”.
Isaia 2,2-22
“Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà eretto sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri».
Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli.
Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra.
Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore.
Tu hai rigettato il tuo popolo, la casa di Giacobbe, perché rigurgitano di maghi orientali e di indovini come i Filistei; agli stranieri battono le mani.
Il suo paese è pieno di argento e di oro, senza fine sono i suoi tesori; il suo paese è pieno di cavalli, senza numero sono i suoi carri. Il suo paese è pieno di idoli; adorano l'opera delle proprie mani, ciò che hanno fatto le loro dita.
Perciò l'uomo sarà umiliato, il mortale sarà abbassato; tu non perdonare loro. [n.d.r. gli uomini si piegheranno]
Entra fra le rocce, nasconditi nella polvere, di fronte al terrore che desta il Signore, allo splendore della sua maestà, quando si alzerà a scuotere la terra.
L'uomo abbasserà gli occhi orgogliosi, l'alterigia umana si piegherà; sarà esaltato il Signore, lui solo in quel giorno. [n.d.r. gli uomini si piegheranno].
Poiché ci sarà un giorno del Signore degli eserciti contro ogni superbo e altero, contro chiunque si innalza ad abbatterlo; contro tutti i cedri del Libano alti ed elevati, contro tutte le querce del Basan, contro tutti gli alti monti, contro tutti i colli elevati, contro ogni torre eccelsa, contro ogni muro inaccessibile, contro tutte le navi di Tarsis e contro tutte le imbarcazioni di lusso.
Sarà piegato l'orgoglio degli uomini [n.d.r. gli uomini si piegheranno], sarà abbassata l'alterigia umana [n.d.r. gli uomini si piegheranno]; sarà esaltato il Signore, lui solo in quel giorno e gli idoli spariranno del tutto. Rifugiatevi nelle caverne delle rocce e negli antri sotterranei, di fronte al terrore che desta il Signore e allo splendore della sua maestà, quando si alzerà a scuotere la terra.
In quel giorno ognuno getterà gli idoli d'argento e gli idoli d'oro, che si era fatto per adorarli, ai topi e ai pipistrelli, per entrare nei crepacci delle rocce e nelle spaccature delle rupi, di fronte al terrore che desta il Signore e allo splendore della sua maestà, quando si alzerà a scuotere la terra.
Guardatevi dunque dall'uomo, nelle cui narici non v'è che un soffio, perché in quale conto si può tenere?”
Isaia 3,1-26
“Ecco infatti, il Signore, Dio degli eserciti, toglie a Gerusalemme e a Giuda ogni genere di sostegno, ogni riserva di pane e ogni sostentamento d'acqua, il prode e il guerriero, il giudice e il profeta, l'indovino e l'anziano, il capo di una cinquantina e il notabile, il consigliere e il mago sapiente e l'esperto di incantesimi.
Io metterò come loro capi ragazzi, monelli li domineranno.
Il popolo userà violenza: l'uno contro l'altro, individuo contro individuo; il giovane tratterà con arroganza l'anziano, lo spregevole, il nobile. Poiché uno afferra l'altro nella casa del padre: «Tu hai un mantello: sii nostro capo; prendi in mano questa rovina!». Ma quegli si alzerà in quel giorno per dire: «Non sono un medico; nella mia casa non c'è pane né mantello; non mi ponete a capo del popolo!».
Certo, Gerusalemme va in rovina e Giuda crolla, perché la loro lingua e le loro opere sono contro il Signore, fino ad offendere la vista della sua maestà divina.
La loro parzialità verso le persone li condanna ed essi ostentano il peccato come Sòdoma: non lo nascondono neppure; disgraziati! Si preparano il male da se stessi.
Beato il giusto, perché egli avrà bene, mangerà il frutto delle sue opere.
Guai all'empio! Lo colpirà la sventura, secondo i misfatti delle sue mani avrà la mercede.
Il mio popolo! Un fanciullo lo tiranneggia e le donne lo dominano. Popolo mio, le tue guide ti traviano, distruggono la strada che tu percorri.
Il Signore appare per muovere causa, egli si presenta per giudicare il suo popolo.
Il Signore inizia il giudizio con gli anziani e i capi del suo popolo:
«Voi avete devastato la vigna; le cose tolte ai poveri sono nelle vostre case. Qual diritto avete di opprimere il mio popolo, di pestare la faccia ai poveri?».
Oracolo del Signore, Signore degli eserciti. Dice il Signore:
«Poiché si sono insuperbite le figlie di Sion e procedono a collo teso, ammiccando con gli occhi, e camminano a piccoli passi facendo tintinnare gli anelli ai piedi, perciò il Signore renderà tignoso
il cranio delle figlie di Sion, il Signore denuderà le loro tempie».
In quel giorno il Signore toglierà l'ornamento di fibbie, fermagli e lunette, orecchini, braccialetti, veli, bende, catenine ai piedi, cinture, boccette di profumi, amuleti, anelli, pendenti al naso, vesti preziose e mantelline, scialli, borsette, specchi, tuniche, cappelli e vestaglie.
Invece di profumo ci sarà marciume, invece di cintura una corda, invece di ricci calvizie, invece di vesti eleganti uno stretto sacco, invece di bellezza bruciatura.
«I tuoi prodi cadranno di spada, i tuoi guerrieri in battaglia».
Si alzeranno lamenti e gemiti alle tue porte e tu, disabitata, giacerai a terra. [...]
Isaia 5,1-30
Canterò per il mio diletto il mio cantico d'amore per la sua vigna.
Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle.
Egli l'aveva vangata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato scelte viti; vi aveva costruito in mezzo una torre e scavato anche un tino.
Egli aspettò che producesse uva, ma essa fece uva selvatica.
Or dunque, abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, siate voi giudici fra me e la mia vigna.
Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto?
Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha fatto uva selvatica?
Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna:
[n.d.r. Affinché non si abbia a dire che non ho detto prima di aver fatto, MMB dal messaggio del 25/11/1974, Vol. ai Vescovi n.23, con approvazione ecclesiastica].
toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata.
La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia. Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa di Israele; gli abitanti di Giuda la sua piantagione preferita.
Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi.
Guai a voi, che aggiungete casa a casa e unite campo a campo, finché non vi sia più spazio, e così restate soli ad abitare nel paese.
Ho udito con gli orecchi il Signore degli eserciti:
«Certo, molti palazzi diventeranno una desolazione, grandi e belli saranno senza abitanti».
Poiché dieci iugeri di vigna produrranno solo un bat e un comer di seme produrrà un'efa.
Guai a coloro che si alzano presto al mattino e vanno in cerca di bevande inebrianti e si attardano alla sera accesi in volto dal vino. Ci sono cetre e arpe, timpani e flauti e vino per i loro banchetti; ma non badano all'azione del Signore, non vedono l'opera delle sue mani.
Perciò il mio popolo sarà deportato senza che neppure lo sospetti.
I suoi grandi periranno di fame, il suo popolo sarà arso dalla sete. Pertanto gli inferi dilatano le fauci, spalancano senza misura la bocca. Vi precipitano dentro la nobiltà e il popolo, il frastuono e la gioia della città.
L'uomo sarà umiliato, il mortale sarà abbassato, gli occhi dei superbi si abbasseranno. [n.d.r. gli uomini si piegheranno].
Sarà esaltato il Signore degli eserciti nel giudizio e il Dio santo si mostrerà santo nella giustizia. Allora vi pascoleranno gli agnelli come nei loro prati, sulle rovine brucheranno i capretti. Guai a coloro che si tirano addosso il castigo con corde da buoi e il peccato con funi da carro, che dicono: «Faccia presto, acceleri pure l'opera sua, perché la vediamo; si facciano più vicini e si compiano i progetti del Santo di Israele, perché li conosciamo».
Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro.
Guai a coloro che si credono sapienti e si reputano intelligenti.
Guai a coloro che sono gagliardi nel bere vino, valorosi nel mescere bevande inebrianti, a coloro che assolvono per regali un colpevole e privano del suo diritto l'innocente.
Perciò, come una lingua di fuoco divora la stoppia e una fiamma consuma la paglia, così le loro radici diventeranno un marciume e la loro fioritura volerà via come polvere, perché hanno rigettato la legge del Signore degli eserciti, hanno disprezzato la parola del Santo di Israele.
Per questo è divampato lo sdegno del Signore contro il suo popolo, su di esso ha steso la sua mano per colpire; hanno tremato i monti, i loro cadaveri erano come lordura in mezzo alle strade.
Con tutto ciò non si calma la sua ira e la sua mano resta ancora tesa.
Egli alzerà un segnale a un popolo lontano e gli farà un fischio all'estremità della terra; ed ecco verrà veloce e leggero.
Nessuno fra essi è stanco o inciampa, nessuno sonnecchia o dorme, non si scioglie la cintura dei suoi fianchi e non si slaccia il legaccio dei suoi sandali.
Le sue frecce sono acuminate, e ben tesi tutti i suoi archi; gli zoccoli dei suoi cavalli sono come pietre e le ruote dei suoi carri come un turbine. Il suo ruggito è come quello di una leonessa, ruggisce come un leoncello; freme e afferra la preda, la pone al sicuro, nessuno gliela strappa.
Fremerà su di lui in quel giorno come freme il mare; si guarderà la terra: ecco, saranno tenebre, angoscia e la luce sarà oscurata dalla caligine”.
[n.d.r. Se il Padre muoverà leggermente il suo dito, gli uomini si piegheranno, MMB 16/3/1977. Dopo questa grande tribolazione, allora assisteremo al trionfo del Cuore Immacolato di Maria].
Isaia 4,2-6
"In quel giorno, il germoglio del Signore crescerà in onore e gloria e il frutto della terra sarà a magnificenza e ornamento per gli scampati di Israele.
Chi sarà rimasto in Sion e chi sarà superstite in Gerusalemme sarà chiamato santo, cioè quanti saranno iscritti per restare in vita in Gerusalemme. Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion e avrà pulito l'interno di Gerusalemme dal sangue che vi è stato versato con lo spirito di giustizia e con lo spirito dello sterminio, allora verrà il Signore su ogni punto del monte Sion e su tutte le sue assemblee come una nube e come fumo di giorno, come bagliore di fuoco e fiamma di notte, perché sopra ogni cosa la gloria del Signore sarà come baldacchino. Una tenda fornirà ombra contro il caldo di giorno e rifugio e riparo contro i temporali e contro la pioggia”.